antradienis, rugpjūčio 29, 2006

nina marlaque, ninae catta

C’era una volta, nel lontano 2005, una gattina bianca a pelo lungo a cui avevano affibiato un nome pessimo.

La gattina tentò il suicidio infilandosi nalla scarpa da ginnastica di un puzzolente forestiero, il quale scambiò l’atto per una dichiarazione d’amore e la portò a casa con sé - dopo averle dato il nome di Nina - per quietare il desiderio di maternità della propria fidanzata.



L’attività prediletta di Nina era dormire, come tutti i felini suoi coetanei. Nina dormiva così tanto che i suoi genitori (una coppia di sfigati senza figli), credevano soffrisse di un qualche disturbo tipo la stanchezza cronica o l’apoplessia.









Nello stesso momento, a circa 40 km dalla casa di Nina, cresceva in campagna un’altra micetta che covava disturbi cronici. Il suo nome era Marla, era piccola e nera e puzzava di marcio.


(quella che vedete è la gemella sana, Marla è dietro alla scopa)

Dopo l’ennesimo tentativo di suicidio di Nina, causato forse dalla solitudine, i genitori decisero che era il momento di darle una sorellina.



Per venire incontro all’indole samaritana della fidanzata, il povero fidanzato portò in casa AlitopuzzolenteMarla, da alcuni chiamata Slimer per la grande quantità di catarro che poteva fuoriuscire in un solo getto dal suo piccolissimo naso.
Marla comprimeva dentro di sé una Marla delle sue stesse dimensioni interamente composta di muco.





Nina all’inizio covava la sindrome del primo figlio.





Sarà stato a causa del fastidioso rantolio che emetteva continuamente Marla? O forse perché portò in casa i funghi e i genitori dovettero tosare entrambe?



Sarà forse stato perché non apprezzava i simpatici giochi della primogenita, che consistevano in violenti attacchi a suo danno? Fatto sta che con l’andare del tempo, mano a mano che a Marla passava l’effetto rincoglionente dell’aspirina e cresceva il pelo,





Nina si affezionava a lei, tanto da tentare di aggredire la veterinaria, mentre stava infastidendo il retto della sorellina.

Nessuno può dire se Nina considerasse Marla una sorella o il suo animale domestico, fatto sta che piano piano diminuiva lo spazio che le divideva sul divano e l’odore di Marla diveniva tollerabile, grazie alla decisione di Nina di leccarla lei stessa pur di liberarsi di quel nefando olezzo.







E tutti vissero profumati e contenti, pianificando piani diabolici...



Fine della prima puntata

1 komentaras:

gk rašė...

attento a non guardare troppo, poi ti scatta l'allergia!
hai visto che ho messo ossoduro tra i miei interessi?
quale sarà la prossima avventura di ossoduro? non farci aspettare troppo!