šeštadienis, kovo 27, 2010

20 giorni

In questi ultimi giorni ho imparato molte cose:
cosa numero uno - organizzare degli eventi in un contesto rinomato (segue) è un'arma a doppio taglio:
doppio taglio numero uno - troppi eventi contemporanei per avere un eco nei media
doppio taglio numero due - è duplicata l'esposizione alle teste di ca**o
doppio taglio numero tre/promemoria - meglio verificare sempre l'oscurabilità di una sala. Il termine oscurabile pare avere diverse interpretazioni

cosa numero due - posso sempre contare su un pubblico di 8 amici, una babysitter minacciata di essere licenziata e il suo fidanzato

cosa numero tre - pagare le persone inaffidabili non le rende affidabili, è quindi preferibile sbarazzarsene e pagarle dunque per il disturbo di non farsi vedere mai più

cosa numero quattro - era qualcosa di brillante che adesso non mi ricordo. Sono stanca.

cosa numero cinque - segue

nonna: hai un problema con tuo figlio
gk: in che senso? che problema?
nonna: quando sei in casa vuole stare con te
gk: sì, ma quando non ci sono non si lamenta e si adatta a chi c'è. Quindi il problema è?


Risposta: gelosia

cosa numero sei - gli scienziati sono sempre entusiasmati da uno spettacolo su una scienziata. Anche se a metà spettacolo dieci coltelli cadono rovinosamente a terra, un pannello si rovescia su una radio (no, non tutto nella stessa data) e la luce di una splendida giornata di primavera filtra da dei teli di tnt. Sempre. Tanto da farti proposte di cui essere veramente onorati.

A furia di far vedere ripetutamente agli amici gli stessi spettacoli, finisce che uno non si ricorda più perché sta facendo questo lavoro.
E quindi me lo chiedo: perché? Per lustrare il mio ego facendo spettacoli di nicchia in cui metto in essere la mia smisurata competenza registica? O perché non faccio sport?

Sto attraversando la depressione del pensionato. Ora che so che non posso avere un tumore alla prostata, spero non mi verrà nemmeno un embolo o un ictus.

La conclusione che mi do stasera è che lo scopo è vendere sempre (sempre è la parola chiave di questa frase) gli spettacoli laddove il pubblico è garantito. Per arrivare in questi posti bisogna perdere 5 anni di vita in 20 giorni, organizzare degli eventi nel contesto di cui sopra e aggiornare il curriculum.
Sono ad un passo dall'essere annoiata dalla vita.

sekmadienis, kovo 07, 2010

Di desideri e gatti obesi

gk ha sempre sognato una famiglia di quattro persone.

Anche nell'incoscienza del post-cesareo ha continuato a sognare due bambini quasi della stessa altezza che giocavano insieme.

Matematico e Impertinente più che un figlio è stato il risultato di un calcolo matematico.
È il figlio che gk ha sempre sognato: brillante, bellissimo e stronzo.
"Un viaggiatore ironico", ha detto gk portandolo a casa dall'ospedale.
E il Presunto Padre ha risposto "Cioè come il tuo ex? Grazie".

Questa perfezione (che poi la perfezione, soprattutto l'essere stronzo, sfinisce la procreatrice) ha rallentato un po' i tempi.
Anche se il Presunto Padre continua a ripetere che a ben guardare non che sia proprio stato tutto perfetto come gk lo vede (tipo un cesareo al posto di un parto naturale, tipo il lavoro fino al mese prima e dal mese dopo) gk è angosciata dall'idea che non possa andare perfettamente anche una seconda volta.

Ma soprattutto dall'idea di non riuscire a voler altrettanto bene ad un altro figlio. O a una figlia, che considera sempre una remotissima possibilità ma che a ben guardare potrebbe anche capitare (e lì, che dio me la mandi lesbica, che io le winx non le voglio vedere in casa).

Poi è arrivato Gandhi.
Quando siamo andati al gattile pensavamo di tornare a casa con una gatta femmina piccola e rossa.
Siamo tornati a casa con un gatto bianco e nero che pesa 7 kg.
Quando però gk l'ha visto alle prese con Nina e ha deciso di chiamarlo Gandhi, ha iniziato a volergli bene.

gk è in ritardo sul suo Spettacolo, è in ritardo su tutto, rimedia pensando che avrà una gravidanza di 8 mesi ma anche se le nascesse una femmina e del segno sbagliato, forse sarebbe in grado di volerle bene.