trečiadienis, rugpjūčio 30, 2006

la scelta dello sciampo

anonima: shampo alle ortiche per capelli grassi...

uomo con la forfora: i miei non sono capelli grassi

anonima: shampo per capelli lunghi, per capelli chiari...

uomo con la forfora: è anti forfora?

anonima: no. shampo riflessante per capelli scuri...

uomo con la forfora: oooh, c'è lo shampo alla vaniglia. ma non è anti forfora.

anonima: questo è anti forfora.

uomo con la forfora: ma mi sembra lofi.

anonima: shampo per ricci indomabili, shampo lisciante, shampo per capelli crespi, shampo per forfora secca, shampo per forfora grassa... prendi lo shampo per capelli secchi e sfibrati. la tua è forfora secca. io so riconoscere la forfora!

uomo con la forfora: no, voglio che i miei capelli rimangano secchi e crespi.

anonima: e allora invece di comprarti uno shampo antiforfora cambiati più spesso al maglietta.

antradienis, rugpjūčio 29, 2006

nina marlaque, ninae catta

C’era una volta, nel lontano 2005, una gattina bianca a pelo lungo a cui avevano affibiato un nome pessimo.

La gattina tentò il suicidio infilandosi nalla scarpa da ginnastica di un puzzolente forestiero, il quale scambiò l’atto per una dichiarazione d’amore e la portò a casa con sé - dopo averle dato il nome di Nina - per quietare il desiderio di maternità della propria fidanzata.



L’attività prediletta di Nina era dormire, come tutti i felini suoi coetanei. Nina dormiva così tanto che i suoi genitori (una coppia di sfigati senza figli), credevano soffrisse di un qualche disturbo tipo la stanchezza cronica o l’apoplessia.









Nello stesso momento, a circa 40 km dalla casa di Nina, cresceva in campagna un’altra micetta che covava disturbi cronici. Il suo nome era Marla, era piccola e nera e puzzava di marcio.


(quella che vedete è la gemella sana, Marla è dietro alla scopa)

Dopo l’ennesimo tentativo di suicidio di Nina, causato forse dalla solitudine, i genitori decisero che era il momento di darle una sorellina.



Per venire incontro all’indole samaritana della fidanzata, il povero fidanzato portò in casa AlitopuzzolenteMarla, da alcuni chiamata Slimer per la grande quantità di catarro che poteva fuoriuscire in un solo getto dal suo piccolissimo naso.
Marla comprimeva dentro di sé una Marla delle sue stesse dimensioni interamente composta di muco.





Nina all’inizio covava la sindrome del primo figlio.





Sarà stato a causa del fastidioso rantolio che emetteva continuamente Marla? O forse perché portò in casa i funghi e i genitori dovettero tosare entrambe?



Sarà forse stato perché non apprezzava i simpatici giochi della primogenita, che consistevano in violenti attacchi a suo danno? Fatto sta che con l’andare del tempo, mano a mano che a Marla passava l’effetto rincoglionente dell’aspirina e cresceva il pelo,





Nina si affezionava a lei, tanto da tentare di aggredire la veterinaria, mentre stava infastidendo il retto della sorellina.

Nessuno può dire se Nina considerasse Marla una sorella o il suo animale domestico, fatto sta che piano piano diminuiva lo spazio che le divideva sul divano e l’odore di Marla diveniva tollerabile, grazie alla decisione di Nina di leccarla lei stessa pur di liberarsi di quel nefando olezzo.







E tutti vissero profumati e contenti, pianificando piani diabolici...



Fine della prima puntata

pirmadienis, rugpjūčio 28, 2006

barbie

Ogni riferimento a fatti o persone che hanno fatto l’aperitivo sabato sera da Muscoli, Treviso, è puramente casuale.

anonima: Il problema della Barbie è che non sta in piedi.
k: Non ci sono bambole che stanno in piedi!
anonima: Per giove! Se ci infilo un paletto su per il c**o vedrai che stanno in piedi!
uomocurioso: Ci sono bambole con il buco del c**o?
anonima: No, ma le bambole sono morbide, non ci vuole molto a crearne uno.
k: Avevi la bambola che faceva la pipì?
uomoimbarazzante: Mia sorella aveva un bambolotto che faceva la pipì. Mi faceva sentire a mio agio, perché aveva il pisellino più piccolo del mio.

Silenzio imbarazzato.

uomoimbarazzante: Anche adesso ce l’ha più piccolo del mio. Dovrei uscire con lui. Se mi si avvicina una donna, mi abbasso i pantaloni e le faccio vedere com’è grande a confronto.

penktadienis, rugpjūčio 25, 2006

El Cagon

Dialogo di fantasia che non riporta una conversazione reale e che anche se lo facesse, lo farebbe in modo impreciso.

ale’: e insomma giriamo un angolo a Montmartre e ci troviamo davanti uno accucciato con i calzoni abbassati che sta cagando. Diarrea, tra l’altro.

anonima: in Spagna hanno nel presepe una figura che si chiama “El Cagon”.

rose: io ce l’ho. Lo mettiamo sempre sulla collina con l’artiglieria. Ih ih ih. Ha un sigaro in bocca. Ah, no, mi confondo con la barzelletta. La sapete la barzelletta? Ohhh, ma vi ho rovinato il finale...

tutti: no, dai, racconta!

rose: ma non fa ridere, mi faceva ridere quand’ero piccola.

tutti: dai, racconta!

rose: allora: c’è un tizio a cui scappa la cacca. Il treno è affollato e non riesce a raggiungere il bagno, quindi mette il culo fuori dal finestrino.

qualcuno che ha bevuto troppo: non poteva aspettare?

rose: ma gli scappava tanto!

altro ubriaco tra sé e sé: cos'aveva mangiato?

rose: passa il controllore e dice: “Ehi lei, col sigaro in bocca e la testa pelata!”

anonima: ma come faceva il controllore a vedergli il culo se era dentro al treno?

rose: il controllore era fuori dal treno.*

anonima: se era fuori dal treno non era un controllore.

giò: c’è qualcosa che non torna. Chi si metterebbe ad urlare ad un treno che passa: “Ehi lei, col sigaro in bocca e la testa pelata!”?

anonima: se era un treno italiano è possibile. Perché andava molto piano, intendo.

rose: ma il treno era fermo.

anonima: non volevamo confonderti. In fondo eri piccola quando te la raccontavano, non avevi pensato a tutte queste implicazioni, è normale.

rose: non me la raccontavano, la raccontavo io.

giò: ecco perché non ha senso.

rose: forse il treno stava partendo da una stazione!

giò: sì, così ha senso.

* mamma che legge il blog: ma se il controllore era fuori come faceva a vedere che il tipo stava fumando il sigaro?

rancori

La mia italianità è offesa da un treno che ritarda di 15 minuti per una comitiva scout.
Capirei se si fossero buttati sotto il treno in un suicidio di massa nel nome di BP per protestare contro la progressiva laicizzazione del paese, forse l'avrei anche apprezzato*, ma dovevano solo scendere.

Ogni volta che prendo un treno guardo con rabbia a quei travicelli messi a 90° rispetto ai binari. E non perché non ci sono tracce di scout.

Di solito i travicelli sono di legno, che notoriamente è un materiale flessibile che bene sopporta il passaggio dei treni.
All'esame di terza media, quella brutta bavosa bifolca della prof. di educazione tecnica - subentrata a quella che grazie a noi decise di andare in pensione - mi disse che avevo torto e che quei cosi - di cui solo lei trovava utile sapere il nome - erano solo di cemento.

Odio essere contraddetta. Per il semplice motivo che di solito ho ragione.

Ma sorrido pensando che quella vecchia babbiona probabilmente non ha la fortuna di viaggiare molto. E se ce l'ha, non brilla per spirito d'osservazione.

Io porto rancore.

Allegato:
L'amico: Non vorrei mai trovarmi a dover divorziare da te.

Morale:
Amore, grazie per l'anello. Se dovessi ripensarci, ti renderò la vita un inferno. As tave.

* Soprattutto se si fosse trattato di scout d’Europa, una confraternita paramilitare che spalleggia CL.

trečiadienis, rugpjūčio 23, 2006

quell'ora di troppo

Anche una sola ora di sonno può fare la differenza tra un umore nero e il vostro abituale umore fumo di Londra.

La strategia migliore per riadattarsi al fuso è lasciare aperta la porta della camera almeno fino a mezzanotte, per far sì che le vostre gattine possano entrare e mordicchiarvi le dita dei piedi.

In tal modo non potrete in alcun modo addormentarvi e vi sveglierete ad un degno orario la mattina seguente.

Nel caso questo metodo con voi non funzioni, un’ottima alternativa è sdraiarsi sotto un lavabo che sgocciola sino all’ora in cui desiderate lasciar vincere Morfeo.

Se nemmeno questo funziona, provate a cenare con le olive che vostro padre ha lasciato aperte nel frigo da quando siete partiti, due mesi fa.

Se siete coraggiosi, provate anche il latte che il vostro fidanzato non ha buttato via.
Per ovvie ragioni non vi sarà possibile berlo, ma dovrete spalmarlo su una fetta di pane.

È stato testato che almeno fino all’una avrete forti spasmi diarroici.

Se vi addormentate comunque, per nulla al mondo vorrei svegliarmi nel vostro letto.

indovinello

Cosa c’è di peggio che essere a 45 km dalla civiltà senza un libro e una connessione operativa?

Niente.

Cosa fare: ingoiare 5 pezzi di liquirizia per togliere il sapore della sconfitta.

antradienis, rugpjūčio 22, 2006

dramas

amicoconfuso: Ti ha mai detto "ti amo?"

anonima: Me lo dice almeno due volte al giorno. Crede che significhi “lava i piatti”.

amicoconfuso: Questo è il "nuovo problema", dopo sei mesi devo ancora dirle "ti amo".

anonima: Se non c'è dramma una donna non si diverte!

amicoconfuso: 'fanculo.

anonima: Scriviglielo e falla finita!

amicoconfuso: Buona questa

anonima: Non ci credo che non ci avessi pensato!

amicoconfuso: Davvero, no. Come funzione? Un mazzo di rose e via?

anonima: No, scriviglielo dove non si aspetta di leggerlo. Non so, regalale un libro di giardinaggio e scriviglielo dentro.

Un libro di giardinaggio è per sempre.

amicoconfuso: Vabbé, intanto ne deve passare di tempo dopo averci litigato...

anonima: Un libro ripara ogni ferita, per questo li devi mettere nel bagaglio a mano di 25 kili, sperando che al check in non se ne accorgano.

amicoconfuso: Eh?

anonima: Niente, blatero. E poi altro che mazzo di rose: un libro di giardinaggio non appassisce mai.

amicoconfuso: Ma figurati! La sua manualità è prossima allo zero.

anonima: Mica lo deve usare. Si ferma alla dedica. Rifletti, è un'ottima trovata.

Ma solo se sei pronto al dramma successivo.

amicoconfuso: Quasi quasi preferisco abituarmi a questo.

anonima: Magari a questo ci tiene davvero. Il mio fidanzato si è abituato al "quando mi chiedi di sposarti" perché sa che in realtà non me ne frega un ca**o. Ma è un simpatico tormentone.

pirmadienis, rugpjūčio 21, 2006

coppie senza figli I

namuose

Ci sono diversi motivi per cui un viaggio di 3 ore si trasforma in un viaggio di 13 ore.

Il primo è che se si sceglie risparmiare sul taxi e di arrivare all’aeroporto con i mezzi pubblici finisce che ci si sveglia alle 4.40 dopo 3 ore di sonno[1].

Il secondo è che se scegliete di tornare il giorno in cui è previsto il top dei rientri, probabilmente neppure vostra madre vorrà mettersi per strada.

Il terzo è che se non riuscite a fare dei calcoli tenendo in considerazione il fuso, probabilmente questi si riveleranno essere troppo ottimistici.

Il quarto è che va sempre considerato che non esiste razionalità nella pianificazione ferroviaria italiana.

Il quinto è che se per la fretta di farvi una doccia prendete il primo treno, c’è il caso che non sempre sia quello che vi fa arrivare prima, ma del resto non c’è niente di meglio per sentirsi in Italia di fare tre ore di treno da Milano a Bologna per poi tornare verso Modena con un regionale che fa tutte le fermate. Meglio che aspettare un’ora e mezza a Milano.

“Benvenuta in Italia”, è il sottotesto della faccia di culo che mi passa davanti al controllo passaporti all’aeroporto zigzagando da una fila all’altra, della signorina alla biglietteria che - dopo 20 minuti di coda - dispiaciuta mi dice che non accetta il bancomat, indicandomi un postick scritto a penna con il carattere “grandepuffo” che la mia miopia non mi ha permesso di notare, del ritardato milanese che insulta un tanaka rallentato da tre enormi valigie nello scendere dal treno.

Ne ricavo che ci sono diversi motivi per cui sarebbe meglio non vivere in Italia.

Il più rilevante resta comunque che tutti i tortellini contengono formaggio. E io non mangio il formaggio. Ma mi piacciono i tortellini.



[1] Le tre ore solitamente sono causate da una festa che è impossibile evitare il giorno prima della partenza e dal fatto che alle 3.15, mentre andavate al cesso, la vicina di casa, che per qualche strano motivo si trovava nella vostra sala insieme alla vostra coinquilina, ha iniziato a farvi domande a cui era scortese non rispondere. E sapete benissimo che la cosa peggiore del mondo è che qualcuno vi rivolga la parola mentre andate a fare la pipì nel cuore della notte perché comprometterà irrimediabilmente quel che resta del vostro sonno.

trečiadienis, rugpjūčio 09, 2006

l'evoluzione secondo gk

Se l’homo erectus fosse ancora vivo, non sopporterebbe un solo giorno senza una doccia calda.
In mancanza di un’inconfutabile dimostrazione scientifica, mi accontento della prova dei fatti: l’homo erectus si è estinto.
L’uomo sapiens sapiens è infatti un discendente diretto di Pippo.

Non poter fare una doccia calda può risultare sia un potente deterrente per le relazioni sociali sia un potenziatore di quei segnali olfattivi che tanto stimolano i neuroni ipotalamici del vostro fidanzato.

Dopo quattro giorni però i neuroni ipotalamici del vostro fidanzato sono bruciati tutti.

Chiedo spiegazioni alla mia coinquilina, la quale mi risponde in lituano che forse dipende da una profilaktika.
Per qualche secondo penso che mi stia accusando di aver gettato nel cesso delle potenziali cellule staminali embrionali.
Ma sorride. E mi informa che non c’è nulla di strano, succede tutti gli anni.

Raccolgo la mascella e le dico che se non posso più lavarmi per 10 giorni mi cerco un’altra sistemazione. Lei mi dice che probabilmente tutta la regione è senza acqua calda, e che comunque non è un problema, farà un paio di conti e mi dirà cosa le devo se decido di andarmene il giorno seguente.

Mi chiede di più per stare qui di meno. Nel momento in cui le do di meno per stare qui di più, mi dice che le ho dato troppo e mi dà indietro 100 litas in due banconote da 50 chiedendomi un resto di 61 litas.

Prima pensavo fosse in mala fede.
Ora provo empatia per la sua disempatia con i numeri.

Postilla: L’acqua è tornata il giorno seguente.

antradienis, rugpjūčio 01, 2006

2 ore libere

Ingredienti:

.scopetta

.enciclopedia della bestemmia

.muscoli tonici

In una fredda capitale nordica può accadere di avere un pomeriggio libero e di non avere nulla da fare. Non che aspettare non sia qualcosa da fare, ma mi riferisco ad attività prettamente materiali.

È consigliabile, in questi casi, spostare tutto lo scarso mobilio della vostra camera.

Se vi hanno diagnosticato un’allergia alla polvere e vi hanno consigliato di fare le pulizie con una mascherina protettiva, forse dovreste passare il pomeriggio davanti alla tv.

Ma se avete stabilito che l’allergia non è altro che una congiura della vostra futura suocera[1] e che le 15 allergie che vi hanno diagnosticato sono pertanto fasulle, potete imbracciare la scopa.

O meglio la scopetta. E imbracciare non è il termine esatto per una scopa di un metro che dovete usare inginocchiandovi.

Mi sembra superflua una digressione sul tipo di società lituana. Maschilista è un eufemismo.

Ma procedo oltre.

Vi tornerà utile sapere che se provate a smontare la testata di un letto lituano (perché dormire senza dover ritirare le gambe è più comodo), probabilmente il resto vi collasserà sull’alluce sinistro.

Vi tornerà utile anche sapere che se riavvitate la testata, prima dovreste fare attenzione a controllare che l’assicella con i piedini del letto sia incastrata nell’apposita fessura nella parete interna del lato lungo. In caso contrario, non appena lo sposterete, probabilmente il letto vi collasserà sull’alluce sinistro.

Quando alzerete il letto in verticale per rimontare l’assicella con i piedini, dopo aver smontato di nuovo la testata, attenzione alla tavola di legno che funge da asse: probabilmente vi collasserà sull’alluce sinistro.

Alzare il letto in verticale può essere un’ottima occasione per ruotarlo di 180° come avreste desiderato per far sì che la testata più alta sia rivolta a nord. Non perdetela.

Come non dovete perdere l’occasione per spolverare e passare lo straccio ora che la superficie libera è al massimo.

Avete finito, dopo due ore e mezzo avete finito: i due letti sono vicini, la cassapanca, che avete spostato senza svuotare per non perdere tempo, è vicino alla finestra, il tavolo (che avete dovuto svuotare completamente) è davanti ai letti, e c’è giusto lo spazio per quelle due sedie che vi permetteranno di mangiare insieme.

Perché è per questo che avete spostato tutto il mobilio, no?

Dopo quasi tre anni per me è più importante trovare lo spazio per mangiare insieme al mio amato che non allestire la camera per le nostre effusioni. Tanto dopo 40 giorni, mi sco****bbe anche in una lurida vasca d’ostello.

Che bella immagine.

Benvenuti.



[1] Lo so, lo so, questa è una paranoia veramente invidiabile, ma non sta in piedi se la futura suocera non è un medico.