antradienis, liepos 11, 2006

italiani all'estero

I. L’ECCESSO

. Metto la carta igienica sulla tavoletta del cesso che userò per i prossimi due mesi

[poi butto la carta igienica nel cestino di fianco al water, come mi è stato chiesto].

. Mi lavo le mani dopo aver aperto e chiuso il rubinetto dello scarico del water.

. Mi faccio la doccia con le ciabatte da spiaggia.


II. L’ECCESSO

. Decido che i sanitari non sono sporchi, sono solo vecchi.

. Se mi cade qualcosa, non la raccolgo.

. Cammino scalza.

. Vedo uno scarafaggio grosso come il mio piede aggirarsi tra gli avanzi di cibo e le confezioni di PASTA BARILLA aperte sopra il frigorifero.

. Chiedo dov’è la varechina.

III. L’ECCESSO

. Compro la varechina.

penktadienis, liepos 07, 2006

le confessioni di una spocchiosa. ovvero come uscire con i più fighi della classe

Quand’è che i più fighi della classe passano dall’ultima alla prima fila? Quelli degni di considerazione, intendo, quelli con cui tutti vogliono fare amicizia.

Alle scuole medie era necessario sedersi in ultima fila se si voleva mangiare in pace la merendina nell’intervallo. Il primo giorno di liceo era tutto un gran sgomitare per sedersi laggiù, in fondo, dove si poteva più comodamente stringere strette amicizie con quelli che presumibilmente sarebbero potuti essere testimoni al nostro matrimonio.

Ed ecco che un bel giorno, a 25 anni, entri in una classe e ti siedi in prima fila, in mezzo alle persone con cui – sempre presumibilmente – passerai la serata.

Nell’ultima fila non c’è più “the noisy people”, come si ostina a credere la tonda ragazza brasiliana.

Cos’è successo? Tutti i fighetti del liceo sono diventati miopi? Io sì. E godevo di discreta popolarità. Stare in ultima fila ci ha rovinato la vista, è chiaro.

Un altro motivo potrebbe essere che quando suona la campanella non dobbiamo tornare a casa ma possiamo starcene a zonzo quanto ci pare e quindi non abbiamo più bisogno di parlare in classe. Qui poi non c’è nemmeno la campanella, essendo un corso estivo di lingua per stranieri.

Oppure, più semplicemente, quando eravamo più giovani eravamo più stupidi. Ma abbiamo più amici di quelli che stavano in prima fila.

E forse è per questo che a 25 anni non ho voglia di entrare nei gruppetti elitari ma sento il bisogno di uscire con persone che tengono un range più basso. Anche se poi, irrimediabilmente, mi trovo a familiarizzare con gli spocchiosi del gruppo.

Come quello scorpione che la rana non ha portato al di là del fiume.