šeštadienis, kovo 02, 2013

Il problema del libero arbitrio

Come direbbe Fidanzato Molesto, che se non è una cosa quella è sofisticato, è tanta roba.

Sarà il grigiore albionico, ma gk si domanda più spesso del solito dove ha sbagliato.

Detta così suona male.

Si domanda se ha sbagliato qualcosa. Si chiede cosa avrebbe potuto fare diversamente, e qui comincia a centrare qualcosa con il titolo.

S’intende a partire dal momento in cui ha avuto la possibilità di fare le cose diversamente, che è più o meno a partire da più di 10 anni fa.

 È che una cosa voleva gk più di tutto il resto ed era viaggiare. E qui, a parte fare la spola tra residenza e domicilio, non si fa molto. Perché non ci sono i soldi per farlo, perché non c’è fantasia e perché l’ideale di viaggio di gk non prevede un seguito, almeno non di minorenni lamentosi.

E quindi si parte con l’analisi, scelta dopo scelta. E si va a ritroso e poi si torna qui e la tragedia è che tutto è collegato. E figli più teatro fanno dipendenza economica.

Figli più teatro fanno libertà in passivo.

Gk è una maledetta naïf. Non ha saputo rinunciare a niente.

Il problema del libero arbitrio è che non rinunciando a niente non si ha margine per attuare delle scelte e gk è stanca di non poter scegliere.

Quindi per gk il problema non è tanto se la felicità sia o meno possibile con il libero arbitrio quanto se la felicità sia possibile con quello che il contesto in cui è vissuta fin’ora le indica essere il benessere.

A gk non interessa il benessere, è solo che non può farne a meno.

Il fatto è che se gk fosse catapultata in un popolo tribale in cui non è stato introdotto l’uso della moneta, gk si impiccherebbe con una liana dopo 3 giorni. Perché la felicità per gk è leggersi un libro, ordinare al take away qualcosa con tanto curry e andare a teatro. E pensare.

gk è alla ricerca della sostenibilità. La soluzione forse non è rinunciare ma aggiungere. Aggiungere elementi.

Le palafitte sono del resto delle merdose case di paglia a cui hanno aggiunto delle zampe. Mica si sono messi a togliere per renderle sostenibili: hanno aggiunto qualcosa.

gk adesso si sente come una casa di paglia a rischio Tsunami. Senza zampe.

Due sono le alternative: aspettare di essere travolti e distrutti o rimboccarsi le maniche e andare a raccogliere della legna.

Mi sa che mi compro una bombola d’ossigeno.

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