ketvirtadienis, rugpjūčio 06, 2009

Inferno

Gk è fermamente convinta che paradiso ed inferno siano delle baggianate inventate per tenere buoni i bambini.

Ma se dovesse proprio credere a qualcosa, vorrebbe poter credere all'inferno.

Perché tanto la sua prozia è di quel genere di donne che considererebbero il riposo forzato del paradiso un vero inferno. E poi, dopo 4 anni in un parcheggio per vecchi mascherato da casa di riposo, gk pensa che si meriti soltanto di non essere più.

L'inferno invece sarebbe il posto giusto in cui far bruciare in eterno quei fetenti ingrati e cacasoldi dei suoi figli e quelle vacche delle sue nuore, che vanno a trovarla quando lo shopping dall'orefice e i progetti per costruire un maneggio glielo rendono possibile.

Per inciso, la prozia è ancora viva. Incosciente, con un tubo infilato nel naso che non le danno la possibilità di togliersi nei momenti di lucidità legandole le mani.

Tra qualche giorno la porteranno in ospedale, e le infileranno direttamente dei tubi nella pancia, per volere di quegli stessi figli che aspettano che tiri le cuoia per poter vendere la casa in cui sono cresciuti.

Forse, se non fosse stata parcheggiata in un ospizio quattro anni fa, a quest'ora camminerebbe, parlerebbe, farebbe ancora dell'amara ironia sulla vita. Ma del resto gk non è un medico e non ha nemmeno una grande casa in cui ospitare tutti i vecchi relitti della famiglia.

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