ketvirtadienis, lapkričio 13, 2008

Il malocchio

Da agosto sono certa che se appoggerò qualcosa su una superficie qualunque, una pila di oggetti a caso cadrà rovinosamente al suolo.

Sono certa che se ad un incrocio volto a destra, quasi sicuramente la destinazione era a sinistra.

Sono certa che se posso prevedere che una cosa vada male, andrà peggio.

Questo per fare un po' un panorama.

Ieri, dopo aver sbagliato due volte l'uscita dalla tangenziale dopo un'ora di coda a causa di due incidenti, dopo essere arrivata in ritardo di un'ora e mezza ad una riunione che ritenevo importante e che in realtà era di una sconcertante inutilità, ho deciso di riabbracciare il mio vecchio pensiero filosofico: "Vuol dire che è meglio così".

Questo pensiero filosofico, che chiameremo gikappiano, consiste nell'accogliere con un sorriso ironico e disincantato le peggiori disgrazie, supponendo che ci siano capitate per risparmiarci dei mali peggiori.
Per differenziarsi dal pensiero orientale, il pensiero gikappiano predica l'ascesi nel bosco: se resti seduto nel fitto bosco, prima o poi vedrai il cadavere del tuo nemico penzolare dal ramo dell'albero più alto.

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